Lo dico a mo' di puffa brontolona quale sono.
Adoro il sonno condiviso, l'addormentarsi fra le coccole, lo svegliarsi con la persona amata. E chi merita di più se non mio figlio?
Mi sono spesso immaginata essere bambina. Mi sono vista sveglia nel cuore della notte, nel silenzio più completo, nella penombra di una lucina messa a rincuorarmi. I peluche che mi guardano con ghigno cattivo, alte sbarre che mi rinchiudono in una gabbia.
Faccio la cosa più naturale, chiamare chi amo: la mia mamma.
Lei compare sulla porta, mi sussurra parole d'amore e poi se ne va. Alché la richiamo, con voce più forte, con l'unico strumento che ho a disposizione: il pianto. Forse non mi sente perché tarda ad arrivare. Ma eccola far capolino sulla porta, meno male che paura mi è presa, temevo non arrivasse più, mi sorride, ecco la mia mamma, le tendo le braccia e... ma che fa? Tre parole, una carezza e di nuovo va via?
Forse non ha capito, provo a urlare più forte, non avrà visto la mia disperazione? Non avrà capito che ho paura? Non si sarà accorta che il mio cuoricino batte all'impazzata? Perché non mi risponde? Non tornerà mai più?
L'avranno presa quei terribili mostri di peluche... oddio prima è arrivata ora non più... piango disperata, delusa, sconfitta. Non chiamerò mai più la mia mamma, lei non mi capisce, mi rassegnerò al silenzio.
Ecco, la sento, ma sta parlando con papà , gli assicura che sono diventato BRAVA, che ora non piango più, che questo metodo è infallibile, che devo diventare GRANDE a pochi mesi, che lo fa per me, l'ha detto quella specie di dottore, quel tale Estivill.
È definitivo, mia madre di bambini ne capisce un biiip!!