Negli stati uniti erano le 22.57 del 20 luglio 1969 quando l'uomo mise piede per la prima volta sulla Luna.
«L’umanità ha dimostrato la sua grandezza, andando sulla Luna dopo averlo sognato per secoli. Noi fummo l’incarnazione di quella grandezza, per il solo fatto di essere lì. La desolazione che ci trovammo davanti era, al tempo stesso, prevista e sorprendente. Non si può proprio immaginare quello scenario che per migliaia, centinaia di migliaia, milioni di anni, non è mai cambiato: l’assoluta mancanza di vita. Non vedemmo uomini verdi, alieni, nè ci aspettavamo di vederli. Ma la polvere che sapevamo di trovare non aveva nè l’aspetto, nè le caratteristiche che avevamo immaginato». A parlare è l’astronauta Buzz Aldrin che, insieme a Neil Armstrong e Michale Collins, fu protagonista della missione Apollo 11, in un’intervista che History Channel manda in onda questa sera alle 20.55, in occasione dell’anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna.
«La scelta dei tempi fu perfetta»
«Per gli astronauti e per gli Stati Uniti la Luna fu il primo obiettivo, la prima sfida. A quarant’anni di distanza, 48 dall’annuncio di Kennedy, possiamo affermare - dice Aldrin- che la scelta dei tempi fu perfetta. Allora la gente pensava, probabilmente, che fosse pazzesco prendersi un impegno del genere. In realtà servì invece a convogliare tutta la tecnologia di cui avevamo bisogno per dimostrare a noi stessi e all’Unione Sovietica che potevamo rispondere alla sfida dello Sputnik, dei cani nello spazio, delle fotografie dell’altra faccia della Luna».
«Con il tempo, divenne chiaro che i sovietici avrebbero mandato l’uomo nello spazio e così, nel 1959, iniziò anche il nostro programma. Fu subito chiaro che l’enorme risonanza dello Sputnik era il risultato dell’attenzione dei media di tutto il mondo. Tutto il programma spaziale fu quindi trainato -spiega Aldrin- dalla capacità di comunicare al popolo americano gli eventi nel momento stesso in cui accadevano, perchè sostenesse il progetto con entusiasmo. L’allunaggio fu senza dubbio l’aspetto più emozionante della missione, il compimento di tutti gli sforzi fatti fino a quel momento e l’allunaggio di una navicella spaziale con a bordo degli esseri umani fu un punto di svolta».
«Con noi smentite tutte le teorie»
«L’umanità ha guardato la Luna per secoli, per millenni, chiedendosi cosa fosse e come fosse arrivata dove era. Da un punto di vista scientifico è invece un oggetto sul quale, con il passare degli anni, si sono accumulate le conoscenze. Prima che vi atterrassimo - ricorda Aldrin - vi erano tre diverse teorie sulla formazione della Luna. Tutte e tre vennero in parte smentite dal materiale che riportammo indietro dalla nostra missione. All’inizio della sua storia, la Terra subì una violenta collisione con un altro corpo celeste. I detriti prodotti da questo scontro si ritrovano sia sulla Terra che sulla Luna. Questa è la teoria più accreditata oggi sulla formazione della Luna».
(La Stampa)