Eccomi qui, sior siori, a parlarvi del battesimo particolare del mio Fab!!!
Venghino siori venghino, si accomodinidino-di-ni-dino, ooooohhhhhh, assettateve comodi comodi e preparatevi alla telenovela napoletana sul battesimo di Fabrisssssioooooo!!!INTROPremessa indispensabile del racconto è lo scontro religioso, tipo Montecchi e Capuleti, esistente fra i vari rami delle due famiglie: la Cordua (mia) e la Del Giudice (mio marito). Una sanguinolenta faida fra atei convinti e credenti vicini alla bizzocamma (sic dicesi in napoletano la fervente religiosità da pie donne e poste di rosarione con Radio Maria) così riassumibile:
1 -
ATEI CONVINTI DEGNI DI ARDERE SUL ROGO: mio padre, mio fratello Diego, mia cognata Alessia, i miei cugini Alberto (+moglie Clotilde), Fulvia, Andrea, zio Eugenio, mia nonna (84enne!!) Maria, E NATURALMENTE IO;
2 -
BIZZOCHI FONDAMENTALISTI CHE I QUACCHERI GLI FANNO UN BAFFO: mia suocera, le mie 3 zie Mariolina, Carmen e Mimma (tutte sorelle di mio padre), i cugini Maria Paola, Antonio (+moglie Gabriela), Gabriella, E OVVIAMENTE MIO MARITO;
3 -
NON CLASSIFICATI e perciò stesso fuori dai giochi in quanto senza un'opinione precisa: mia madre, zio Luigi (marito di zia Mimma).
CAPITOLO 1Prima ancora che Fab fosse definito nella mia pancia, sono cominciate le pressioni: "sta povera criatura... fuori dalla grazia di Dio... già ha te come madre (gentili, vero?), se non fai il battesimo non potrà manco andare fra gli angeli (ma perchè, deve morire dopo 3 giorni dalla nascita?)..." e tutta una sequela di cose del genere.
In verità io avevo già in cuor mio deciso di far battezzare Fab, se non altro perchè poi la decisione se rimanere cattolico o diventare ateo, come mamma e zio Diego, la deve prendere lui e la può prendere comunque. Per cui, senza alcun problema e scatenando l'ironia dei miei co-non-credenti, pronti a giurare in una mia conversione, avevo cominciato a pensare alle bomboniere. In ciò mi è venuta in soccorso mia cugina Maria Paola, che sarà la madrina di Fab: mini libri con le favole di Esopo stampati e rilegati da lei medesima in persona, "che c'ha le mani d'oro quella fanciulla" e soprattutto fa la restauratrice e quindi il tocco artistico ce l'ha.
Quanto ai sacchettini, la tradizione dei Cordua, che si sarà capito sono la parte preponderante, fisicamente e moralmente, della storia, impone che siano preparati a mano. Giuro, ci ho provato: sacchetti cuoricini fatti all'uncinetto, anche facili da fare, ma ne servono circa 150 e da quando è nato Fab non mi riesco quasi a lavare la faccia, figuriamoci a fare sacchettini all'uncinetto.
ERGO si impone aiuto da parte del parentado.
Come suolsi dire, Murphy ha sempre ragione per cui tutta la serie di zie sfaccendate e pensionate, di cugine che avrebbero voluto un bimbo e invece no, di amici e benefattori (appartenenti a tutte e 3 le categorie su citate) che prima della nascita di Fab si sarebbero gettati nel fuoco per lui e per me, dandomi una mano in tutto, non facendomi muovere manco uno spillo SONO SCOMPARSI MAGICAMENTE, COME INGHIOTTITI DA UN BUCO NERO O VOLATILIZZATI IN SEGUITO AD UNA MAGARIA DA FIABA.
Mi trovo dunque per forza a dover acquistare sacchetti e confezionarli, visto che tante risorse economiche non ci sono e se ci fossero avrei altri progettini in cui impiegarle.
La data è stata fissata obbedendo alla richiesta della zia torinese di Dario, che purtroppo entra ed esce dall'ospedale e avrebbe avuto piacere ad intervenire, e quindi il 19 aprile è il giorno prescelto per il rito.
Ma ci sono due particolari oserei dire
vitali da considerare:
1 - l'abito di Fab;
2 - il rinfresco.
Pessima costumanza della
famigghia (la mia, ovviamente) è utilizzare un groviglio, di colore tra avorio e panna, di tulle, organza, seta, trine e merletti... uno di quegli abiti che partono dalla cuffietta e finiscono con uno strascico fino a terra, uno di quegli strumenti di tortura infantile che prevede di incartare il/la pupo/a come una caramella, provocando danni psico-fisici permanenti e che io e mio fratello ci siamo scansati solo perchè quel bolscevico di mio padre si impose e decise di non battezzarci (sia lodato e ringraziato ogni momento, giusto per riprendere un'espressione ecclesiastica!!!)
Tal orripilante bardatura sarebbe stata scansata se il rito si fosse celebrato in piena estate, in quanto oltre al calore micidiale, tipico del vesuviano, si sarebbe aggiunta una mole del fantolino che avrebbe provocato la rottura dell'indegno fagotto... ma siccome il tutto si consumerà in una giornata - auspico tiepida - di inizio primavera, il rischio è in agguato. Da qui la decisione congiunta mia e di Dario di GONFIARE Fab, facendogli mangiare anche lardo di colonnata, pur di renderlo tanto grande da non poter indossare quell'abito.
...Ma il vero problema è il rinfresco.
A quella che DEVE essere una sbufarata micidiale, preferibilmente vicino casa-chiesa, devono assolutamente partecipare (nel senso che si sono autoinvitati) oltre ai miei parenti (23), anche quelli di mia madre (15), le mie colleghe dell'ufficio (7 realisticamente), le mie amiche dell'Università (10), le coppie di amici di mio marito (8), i compagni del coro polifonico (25), conoscenti che improvvisamente hanno deciso di stringere amicizia con noi invitandoci a casa loro (20).
In pratica più persone che al matrimonio!!! e dove li piazzo? casa mia è "solo" 100mq, mica è uno stadio!!! Tutti i locali interpellati ci hanno chiesto circa 20 euro a persona, nei migliori casi, che fanno una cifra spropositata!!!! Se fosse stato in estate mi sarebbe piaciuto noleggiare un lido e fare la festa sulla spiaggia...Unica speranza è chiedere al parroco di poter utilizzare uno degli appartamenti della parrocchia, in testa alla chiesa, che laveremmo e attrezzeremmo io e mia madre, in modo almeno da spendere un po' meno...
il resto alla prossima puntata!!